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La Via Dolorosa degli Arrusi | Stazione 1, ‘Sotto l’Arvulu Rossu’

LGBT+ History Month Italia | gli arrusi Puglia copyright ©️ the Puglia Guys for the Big Gay Puglia Guide.

Sotto il fascismo l’Italia ha vissuto uno dei momenti più bui della sua storia LGBT+ quando centinaia di persone in tutta Italia (quasi esclusivamente uomini) vennero arrestate, schedate dal ministero dell’Interno, e mandate al confine perché omosessuali.

‘Le stazioni della Via Dolorosa degli Arrusi’ è la storia degli ‘arrusi’. I quarantacinque uomini omosessuali catanesi arrestati e deportati nell’isola di San Domino delle Tremiti.

Gli arrusi di Catania si incontravano in diversi luoghi della citta. Sotto l'Arvulu Rossu (‘l’albero grosso’) il punto di ritrovo per gli arrusi più giovani. È un grande platano pluricentenario in plazza Alcala, oggi piazza Borsellino. L'albero esiste ancora oggi. Art by the Puglia Guys for ‘La Via Dolorosa degli Arrusi’, a project for LGBT+ History Month Italia
Gli arrusi di Catania si incontravano in diversi luoghi della citta. Sotto l’Arvulu Rossu (‘l’albero grosso’) il punto di ritrovo per gli arrusi più giovani. È un grande platano pluricentenario in plazza Alcala, oggi piazza Borsellino. L’albero esiste ancora oggi. Art by the Puglia Guys for ‘La Via Dolorosa degli Arrusi’, a project for LGBT+ History Month Italia.

Gli arrusi

‘Nei primi due mesi del 1939 quarantacinque omosessuali di Catania e di alcuni paesi della sua provincia furono arrestati e mandati al confino sull’isola di San Domino, Tremiti, a più di 700 km di distanza. In tutta Italia il regime fascista arrestò e mandò al confino centinaia di uomini la cui unica colpa era quella di essere omosessuali. Tra le varie province italiane, Catania spiccò per la quantità di arresti: il Questore della città, Alfonso Molina, si mostrò molto scrupoloso e ligio nella sua “caccia” agli omosessuali.

I 45 catanesi erano uomini tra i 18 e i 54 anni, arrestati con l’accusa di “pederastia passiva”, un reato contro il buon costume e l’integrità della razza. Furono sottoposti a visite mediche invasive che ne attestassero la colpevolezza e mandati tutti al confino a San Domino insieme ad una cinquantina di omosessuali provenienti dal resto d’Italia. Il confino sarebbe dovuto durare 5 anni.

Gli omosessuali di Catania venivano chiamati in città arrusi, o jarrusi: negli anni ‘30 la parola arruso indicava l’uomo che in genere nel rapporto sessuale assumeva il ruolo passivo. Solo i passivi vennero arrestati, mentre chi assumeva il ruolo attivo non subiva alcuna persecuzione perchè veniva considerato un “maschio”.

Gli arrusi, catanesi e non, rimasero confinati nell’isola di San Domino fino al 7 giugno 1940, quando vennero rispediti nelle loro città: con l’inizio della guerra le strutture dell’isola sarebbero dovute servire al regime per il confino di oppositori politici, considerati più pericolosi. La pena venne commutata in un biennio di ammonizione, durante il quale la vita degli arrusi non fu comunque facile.’

— L’ISOLA DEGLI ARRUSI, 1939, Luana Rigolli


‘Quando non girano nei cinema o attorno al castello si incontrano sotto l’albero, nella piazza davanti al mare. Non è una comunità gay; ma non si tratta nemmeno di perfetti sconosciuti che si sfiorano nell’ombra di un parco. Sono tre, quattro, nove giovanissimi arrusi del quartiere. Tra loro c’è una mezza confidenza, e il grande silenzio significante dei siciliani. Parlano, aspettano, ridono, aspettano ancora, ascoltano il libeccio. Passa qualcuno, e allora la sigaretta, il come ti chiami. Sono giovani, belli, si fanno corteggiare e desiderare; poi vanno. Giù nella distesa della Plaia, di solito, dove d’estate si trova qualche cabina rimasta aperta. A volte vogliono solo il maschio. A volte hanno l’amante fisso. A volte, per arrotondare, ci scappa la marchetta di poche lire.’

Tratto dalla storia di Marcello
— La città e l’isola: Omosessuali al confino nell’Italia fascista, Gianfranco Goretti, Tommaso Giartosio


Gli arrusi di Catania si incontravano in diversi luoghi della citta. Sotto l'Arvulu Rossu (‘l’albero grosso’) il punto di ritrovo per gli arrusi più giovani. È un grande platano pluricentenario in plazza Alcala, oggi piazza Borsellino. L'albero esiste ancora oggi. Art by the Puglia Guys for ‘La Via Dolorosa degli Arrusi’, a project for LGBT+ History Month Italia

Gli arrusi di Catania si incontravano in diversi luoghi della citta. Sotto l'Arvulu Rossu (‘l’albero grosso’) il punto di ritrovo per gli arrusi più giovani. È un grande platano pluricentenario in plazza Alcala, oggi piazza Borsellino. L'albero esiste ancora oggi. Art by the Puglia Guys for ‘La Via Dolorosa degli Arrusi’, a project for LGBT+ History Month Italia

Frutto traviato, amore calpestato

L’Arvolu Rossu è la sfida a una damnatio memoriae: il grande albero del titolo, il luogo dove s’incontravano gli omosessuali di Catania – dice che un tempo ha fatto frutto traviato / che frutto è / cuore di strada / amore calpestato – erto a simbolo, da una parte: del male, della devianza, del contagio; dall’altra: della libertà, del diritto all’amore contro la violenza dello Stato nella vita dei suoi cittadini –gli hanno fatto una barca di carta bollata / dall’altra parte del mare.

L’epica degli ultimi | Cummeddia di Cesare Basile, Fabio Mastroserio, 14 ottobre 2019
L’indipendente

Taliala sta città ca pari tuttu mari
è tuttu mari
mari unn'è ghiè
ma non ti po abbiari
taliala sta città ca pari tuttu mari

E c'è n'arvulu rossu 'nfacci a stu gran mari
chin'i quacina
sapi picchì
picchì ti po 'nfittari
ah c'è l' Arvulu Rossu 'nfacci a stu gran mari



Rici ca 'n tempu fici fruttu traviatu
chi fruttu è
cori stratariu
amuri scarpisatu
rici ca 'n tempu fici fruttu traviatu

A scutu di la razza 'sbirru fa sintenza
ci cava u malu
all'umanità
tu si mala simenza
a scutu di la razza u sbirru fa sintenza

Viremu quantu è russu u sangu ro jarrusu
chi russu è
ri cchi culuri
stu sangu 'mprastiatu
Molina dimmi quant'è russu u sangu ro sgaggiatu

Ci ficiru na varca di carta bullata
dabbanna o mari
c'è la virtù
oh rarica 'mpistata
cu n'appi n'appi e a masculanza fu sanata
Guardala questa città che sembra tutto mare
è tutto mare
mare dappertutto
ma non ti puoi buttare
guardala questa città che sembra tutto mare

E c'è un albero grosso in faccia a questo gran mare
pieno di calce
chissà perché
perché ti può infettare
ah c'è l'Albero Grosso in faccia a questo gran mare

Dice che un tempo ha fatto frutto traviato
che frutto è
cuore di strada
amore calpestato
dice che un tempo ha fatto frutto traviato

A scudo della razza uno sbirro fa sentenza
gli cava il male
all'umanità
tu sei cattiva semenza
a scudo della razza lo sbirro fa sentenza

Vediamo quanto è rosso il sangue di un frocio
che rosso è
di che colore
questo sangue imbrattato
Molina dimmi quanto è rosso il sangue di uno venuto male

Gli hanno fatto una barca di carta bollata
dall'altra parte del mare
c'è la virtù
oh radice infetta
chi ha avuto ha avuto e la mascolanza è stata sanata

Musica e testi di Cesare Basile (c)&(p) 2019 Urtovox rec (www.urtovox.com). Traduzione italiana tratta dal video ufficiale.

“Nel 1939, a Catania, il questore Molina ingaggia la sua personale guerra contro la pederastia. Ossessionato dai iarrusi (gli omosessuali) li perseguiterà in ogni modo fino alla deportazione alle isole Tremiti. Molti di loro sono ragazzini che, in ossequio alla difesa della mascolinità italica, vengono sottoposti a ispezioni anali, prelievi di sangue, oltraggi corporali di ogni tipo per accertare dove nasce e come si contagia la differenza. Continuiamo ad essere figli dell’infamia.”

Gli arrusi di Catania si incontravano in diversi luoghi della citta. Sotto l'Arvulu Rossu (‘l’albero grosso’) il punto di ritrovo per gli arrusi più giovani. È un grande platano pluricentenario in plazza Alcala, oggi piazza Borsellino. L'albero esiste ancora oggi. Art by the Puglia Guys for ‘La Via Dolorosa degli Arrusi’, a project for LGBT+ History Month Italia

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